Le maschere cittadine di Rabachèn e la Signora Cagnèra

Come ogni città che si rispetti, anche Pesaro ha la sua maschera cittadina, anzi due : Rabachèn e la Cagnèra.

Rabachèn, che tradotto in lingua dal vernacolo pesarese significa chiasso, frastuono, baccàno, trambusto, pandemonio, finimondo e .... chi più ne ha, più ne metta; più che una vera e propria maschera è un tipo caratteristico dello spettacolo popolare pesarese.E' una figura stravagante, impetuosa, dal portamento aristocratico, un nobile dall'aspetto diplomatico.Ritto, a fronte alta, domina per la sua statura su tutti quelli che lo seguono. Come nel lontano ottocento, Rabachèn apre i carnevali su una carrozza trainata da "focosi" cavalli; è circondato da maschere varie (tutta la sua corte). Il suo costume fu ideato nel 1958 per il primo carnevale ed è rimasto invariato negli anni tranne piccole e modeste modifiche apportate dai singoli personaggi che lo hanno interpretato. Paltò pesante a coda di rondine in panno rosso vivo, pantaloni neri a righine bianche, camicia bianca con collo ad ampi becchi, fascia ai fianchi con i colori della città di Pesaro, il bianco e il rosso, scarpe nere a punta larga. Al collo porta un "foulard" o a volte un "papillon" nero. Mascherina nera, barba e baffi con una grossa ed alta tuba nera come copricapo. Sul petto fa bella mostra, l'ampio medagliere e decorazioni varie. Nel corso degli anni è stato rappresentato da diversi pesaresi :Renzo Paci - Franco Ferri - Ernesto Preziosi - Giorgio Filippini - Simone Baiocchi - ed ultimamente da Daniele Leonardi.

Non poteva mancare una presenza femminile al fianco di Rabachèn :

La Signora Cagnèra, già presente nei carnevali dei nonni, la vediamo riapparire all'inizio degli anni ottanta. Il suo nome, tipicamente acquisito dal vernacolo pesarese, ha significati che si avvicinano a quelli del suo consorte. Il termine esprime il desiderio di accendere focosi discorsi e parlare con animazione accentuata fino a giungere, in senso bonario, alla lite. Questo si può tradurlo in bisticcio, litigio, alterco ecc.
E' una figura non molto alta di statura e possiamo immaginarla anche alquanto robustina di fisico. Indossa un'ampia gonna di panno rosso adornata di nastri ed ampio pizzo al bordo inferiore; camicetta bianca con ampio bavero, corpetto di velluto nero con accessori verdi, guanti bianchi ed una mascherina rossa con veletta che nasconde quasi interamente il volto. Scarpe nere ed un delizioso cappellino azzurro adorno di fiori. Con se, porta solitamente una borsetta e un cestino di paglia con fiori. Nel corso degli anni è stata impersonata da Raffaella Carboni ed ultimamente da Anna Maria Petrilli.
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